Agorà Fqts

L'Fqts dedicherà la prossima Agorà, in programma il 20 dicembre a Bari, alle tematiche delle Politiche Sociali Regionali che sempre più dovranno fare i conti con i tagli delle risorse nazionali e con il reperimento di fonti di finanziamento alternative.
 In questi ultimi mesi fra governo centrale e regioni meridionali è stato avviato il cosidetto PAC – Piano di Azione e Coesione – che, riprogrammando alcuni fondi strutturali UE, dovrebbe integrare le magre risorse nazionali destinate alle politiche sociali.
 
PROGRAMMA
LE POLITICHE SOCIALI REGIONALI FRA RIGORE ECONOMICO E PIANO DI AZIONE E COESIONE
Bari, 20 dicembre 2012
Sala Conferenze – ACLI Provinciale di Bari – Via De Bellis, 37 – Bari
Orario: 09:30-13:30

Programma:
09:00-09:30 Accoglienza e registrazione partecipanti
09:30-09:45 Saluti istituzionali (Regione, Provincia, Comune)
09:45-10:30 Prof. Ugo Ascoli: Relazione introduttiva (finanziamento del welfare,
coesione sociale e sviluppo economico …)
10:30-11:00 Rappresentante del Ministero per la Coesione Sociale (….….):
Presentazione dello stato dell'arte del Piano di Azione e Coesione
11:00-11:15 Dott. Piero D'Argento: La ricerca sulla programmazione di zona nel
triennio – Focus sui deficit di partecipazione
11:15-12:00 Dott.ssa Anna Maria Candela, Dirigente del Servizio Programmazione
sociale e Politiche di benessere e pari opportunità, Assessorato al Welfare della
Regione Puglia
12:00-13:15 Dibattito pubblico
13:15-13:30 Conclusioni: Dott. Gianluca Budano Portavoce Regionale Forum Terzo Settore

TEAMTICHE DELL'AGORA'
Premesse:
Le esperienze della programmazione sociale nel passato triennio presentano molte zone d'ombra per il terzo settore pugliese: il livello di interlocuzione con le istituzioni è stato piuttosto basso, non tanto nei confronti della Regione Puglia in sede di redazione del Piano Sociale Regionale,
quanto in sede di programmazione locale dei “Piani di Zona”. Ciò a causa dell'accavallarsi di diversi fattori: autoreferenzialità delle istituzioni, appropriazioni di funzioni pubbliche da parte di gruppi politici locali, scarsa strutturazione organizzativa del terzo settore, scarsa conoscenza dei metodi e delle procedure di progettazione partecipata, ecc.
Per il futuro il quadro diventa ancora più fosco a causa dei tagli e degli azzeramenti dei fondi sociali nazionali come conseguenza delle politiche di rigore economico. È vero che in regione Puglia la situazione è parzialmente mitigata dalla presenza di residui rinvenienti dagli anni precedenti (a causa di ritardi nella spesa sia a livello di ente Regione che a livello di ambiti territoriali), tuttavia è anche evidente che tali residui non sono di certo sufficienti a ribaltare una prospettiva in cui il finanziamento pubblico dei servizi sociali viene messo seriamente in discussione.
All'interno del Terzo Settore e fra gli studiosi più attenti alle dinamiche sociali, stanno pian piano emergendo in maniera sempre più evidente correnti di pensiero e linee di azione volte a confutare la tesi secondo cui la crisi economica non lascerebbe scampo allo Stato, “costringendolo” a sacrificare le politiche sociali. In realtà le politiche di rigore economico richiedono sì di riequilibrare entrate ed uscite dei bilanci pubblici, ma le modalità per ottenere tale risultato potrebbero essere molte: per esempio aumentando le entrate e colpendo i ceti più abbienti o le attività più speculative (patrimoniale, tobin tax, ecc.), oppure riducendo alcune voci di spesa diverse di quelle per il sociale (per esempio quelle militari …).
Nel contempo il Governo Italiano (in particolare attraverso il Ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, il Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi ed il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero) ha elaborato e sta implementando il cosidetto PAC (Piano di Azione e Coesione) con il quale sta procedendo alla riprogrammazione dei fondi comunitari co-finanziati al Sud. Tale piano prevede una riprogrammazione pari a circa 2,3 miliardi di euro nelle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, destinando 845 milioni a obiettivi di inclusione sociale: cura dell’infanzia (400), cura degli anziani non auto-sufficienti (330), integrazione della politica dell’istruzione contro la dispersione scolastica con azioni per la legalità nel territorio (77), progetti promossi da giovani del privato sociale (38). Gli altri interventi (per 1.498 milioni) sono rivolti alla crescita
attraverso, fra l’altro, iniziative per i giovani, interventi per promuovere lo sviluppo delle imprese e la ricerca, promozione dell’innovazione dal lato della domanda attraverso bandi precommerciali, valorizzazione di aree di attrazione culturale e riduzione dei tempi della giustizia.
Nel prossimo futuro, dunque, le possibili strategie di azione nell'ambito del welfare locale e dell'economia sociale, dovranno fare i conti necessariamente sia con le programmazioni ri/programmazioni regionali e/o locali dei (pochi) fondi sociali ancora disponibili, sia con le opportunità che verranno create dall'attuazione ed implementazione del P.A.C. Governativo. Ciò determinerà una complessificazione delle procedure in quanto sarà necessario interagire con attori istituzionali differenti (locali, regionali e nazionali) e predisporre strategie che sappiano realizzare programmi di intervento locale coerenti e calibrati pur se attingendo risorse provenienti da fonti diversificate (evitando duplicazioni, lacune, sprechi, sovrapposizioni, ecc.).
Le sfide per il Terzo Settore:
· Conoscenza: in futuro, ancor più che in passato, sarà importante conoscere tempestivamente quali risorse verranno messe in circolazione, con che tempistiche, con quali obiettivi/priorità, a quali condizioni …. Il problema sarà soprattutto quello di attingere informazioni da fonti differenti, analizzarle, elaborarle per renderle congruenti, confrontabili e compatibili, per poi mettere in circolo tali rielaborazioni e predisporsi a recepire i feedback dai territori ….
· Programmazione: la conoscenza di per sé sarebbe sterile se non si traducesse in azioni e
interventi volti ad incidere in una realtà in cui le dinamiche sociali scaraventano nell'abisso dell'esclusione fasce sempre più ampie di popolazione. Acquisire notizie deve perciò tradursi nella capacità di sviluppare competenze, il che può essere ottenuto solo attraverso adeguati programmi di azione che trasformino dati e notizie in progetti e strategie di intervento in cui i differenti attori possano cooperare per il perseguimento del bene comune.
· Organizzazione: le sfide della conoscenza e della programmazione, chiamano direttamente in causa quella dell'organizzazione. Un'efficace azione sociale, infatti, non sarà costruita né sulla semplice capacità di attingere ed elaborare notizie ed informazioni, né sulla programmazione “a tavolino” di soluzioni ideali. Bisognerà invece cercare di contrastare fenomenologie sociali, culturali, economiche e politiche estremamente complesse. Per il terzo settore diventerà perciò essenziale la capacità pensarsi come un “sistema” e, quindi, la capacità di plasmare assetti organizzativi che siano per un verso strutturati (per mettere a frutto rapidamente le informazioni man mano che vengono acquisite) e, per altro verso, che siano anche sufficientemente flessibili (da potersi adattare e modificare sulla base delle esigenze che le informazioni acquisite e le
azioni elaborate andranno ad evidenziare).
Obiettivi dell'Agorà:
L'agorà proposto non può ovviamente rappresentare l'unico strumento per affrontare una situazione così complessa e ricca di sfaccettature. È evidente che saranno necessarie ulteriori ed incisive azioni sia da parte dei vertici regionali delle reti di Terzo Settore, sia di strategie di articolazione territoriale per far si che siano interessate e valorizzate le esperienze delle organizzazioni di base. In una tale prospettiva, l'Agorà può però fungere da evento per “catalizzare” almeno alcuni degli elementi salienti sopra evidenziati:
· Offrire agli attori del terzo settore pugliese una occasione di interfaccia complessiva con le istituzioni nazionali, regionali e locali coinvolte nei processi suddetti (mettendo assieme ed a confronto diretto interlocutori dei differenti livelli).
· Chiamare a raccolta il terzo settore pugliese cercando di individuare alcuni obiettivi condivisi su cui mobilitare le forze e attivare forme di collaborazione più incisiva anche con gli attori istituzionali.
· Richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media su alcune scelte “politiche” che rischiano di compromettere la sopravvivenza di buona parte dei diritti sociali di cittadinanza.