Presepi. Progetto arteterapia a Bari per ragazzi in comunità

Insegnare alle persone che scontano una pena in misura alternativa al carcere l’arte di realizzare presepi in gesso e, attraverso la stessa realizzazione, innescare processi di cambiamento. È questo l’obiettivo del progetto di arteterapia “Il presepe quest’anno lo facciamo impastando gesso ed emozioni” promosso dall’associazione di volontariato La Pietra Scartata di Bitritto (Bari) e realizzato in collaborazione con LiberaMente di Cosenza. Il progetto, presentato nei giorni scorsi nella sede dell’associazione pugliese, si svolgerà fino al 15 dicembre e coinvolgerà dieci ragazzi della comunità terapeutica per tossicodipendenti “Spazio Esse” di Bari.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto nazionale “Volontari per le misure di comunità” promosso dal SEAC (Coordinamento enti ed associazioni di volontariato penitenziario) e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, nato per favorire il reinserimento sociale di persone sottoposte ad esecuzione penale alternativa al carcere o a misure di comunità in cui LiberaMente è coinvolta insieme ad altre cinque associazioni di volontariato penitenziario del Sud Italia.

Il laboratorio, tenuto da Enza Taccogna, arteterapeuta e presidente dell’associazione La Pietra Scartata, vede il partenariato dell’UIEPE (Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna) di Bari che ha selezionato gli utenti e li sta accompagnando in tutto il percorso formativo. “L’uso delle arti e di altri processi creativi in arteterapia è finalizzato a favorire la crescita e la guarigione. Lo scopo non è l’analisi del profondo, bensì la riscoperta di quelle emozioni sopite e dimenticate – ha dichiarato Taccogna – in questo laboratorio vogliamo lasciare emergere le emozioni e i sogni per trasferirli nelle opere”. Soddisfatto per l’avvio del progetto, Domenico Lobascio dell’UIEPE di Bari che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni penitenziarie e volontariato. La presidente del SEAC Laura Marignetti, che insieme al presidente dell’associazione LiberaMente, Francesco Cosentini, ha inteso sostenere il laboratorio, crede sia importante coinvolgere nella rete altre associazioni del territorio al fine di favorire lo scambio di buone prassi aumentando, così, la diffusione delle misure di comunità e contribuendo alla loro attuazione ed efficacia.

Il laboratorio si concluderà con una mostra delle opere realizzate. Il progetto prevede dieci lezioni di due ore per un totale complessivo di 20 ore. L’iniziativa è stata caldeggiata dal Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, che sta moltiplicando le iniziative a favore dei detenuti domiciliari, spesso “dimenticati” dal sistema dell’esecuzione penale.