In occasione del Natale, la Fondazione Vincenzo Casillo e Liberi dentro – Eduradio&TV con “Parlami dentro” invitano tutti a scrivere una lettera destinata a una persona detenuta sconosciuta.
Scrivi la tua lettera a parlamidentro@gmail.com entro l’11 Dicembre 2022.
“Parlami dentro” è una chiamata alle parole, un invito a condividere un gesto narrativo di resistenza.
Puoi raccontare l’esito di una giornata, un proposito buono del risveglio, il resoconto di un viaggio, la crescita di un figlio, una passeggiata nel verde, il frammento del libro che stai leggendo, una traccia musicale appena scoperta, una ricetta sperimentata insieme alle persone care.
Metti nelle mani di una persona isolata un frammento della tua vita libera, che sia uno stimolo, un’ispirazione, un auspicio, o anche solo un abbraccio.
Con Fondazione Vincenzo Casillo e di Liberi dentro – Eduradio&TV puoi creare connessioni, mettere in circolo buone parole, spogliate di ogni pregiudizio o pietismo.
Alcune lettere saranno selezionate e lette durante il programma radio-televisivo Liberi Dentro, a cura di Eduradio&TV, visibile in differita su YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCZR4JXNnQa4zbkhpL2JycTQ) e seguita potenzialmente dai 750 detenuti della Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna su canali televisivi regionali (ICARO TV CANALE 18, LEPIDA TV IN STREAMING).
Quello delle parole è un potere immenso. Eppure anche piccolo, semplice.
Con le parole muoviamo emozioni, pensieri, raggiungiamo luoghi, disegniamo immagini, talvolta percepiamo addirittura suoni e odori.
Unite alle intenzioni, le parole possono invertire l’ordine del mondo. Possono schiudere un sorriso pure davanti al buio.
Esiste una moltitudine di persone che fa delle parole la ragione di ogni giornata. Che solo alle parole può tenersi aggrappata per tentare di sopravvivere.
Sono quelle persone che hanno perso la libertà: di uscire, di fare, ma non di sperare.
Sono quelle persone che hanno commesso un errore, ma che continuano ad impegnare ogni energia per trasformare, per evolvere.
Le lettere fanno bene. Scriverle o riceverle ci riconcilia con una speranza atavica e profonda.
Ci trascinano su un treno notturno che, pure chiusi nella nostra stanza, ci fa sentire in cammino.