Ti racconto: Perché il cuore di questo popolo si è indurito

Bianca Stancanelli, Don Vito Piccinonna e il CSV San Nicola dialogano con cittadini e associazioni sul tema della migrazione e del caporalato

È il pomeriggio del 31 Gennaio e, nella piccola palestra del Centro Diurno Socio Educativo e Riabilitativo “Massimo”, all’incontro su migrazione e caporalato, organizzato dal CSV San Nicola, abbiamo sentito tanti nomi, di luoghi e di persone.

L’incontro si intitola “Perché il cuore di questo popolo si è indurito”. Alcuni, rassegnati, possono declinare questo titolo in forma d’affermazione, altri, imperterriti, possono porlo in forma di domanda e dare, così, inizio alla ricerca.

  • Incontro migranti e caporalato CSVSN Roberta Gallo e Carlo Costante
    Gli Attori Roberta Gallo e Carlo Costante della Compagnia teatrale Grocà

Helena, Piotr, Paola Clemente
Sono i nomi di cui ci raccontano Roberta Gallo e Carlo Costante, attori della Compagnia teatrale Grocà. Non sono ancora maggiorenni e paiono fremere, colmi d’ideali, mentre parlano, con occhi brillanti e animi entusiasti, dinnanzi ai 100 occhi fissi su di loro. Ci commuoviamo nel sentire le storie di queste persone, chiamate a lavorare nei campi e che cadono vittime dei loro caporali, del ricatto di una vita migliore da offrire ai propri cari, al caro costo della propria. Roberta e Carlo, però, non sono per nulla rassegnati, infatti, il loro intento non è commuoverci, ma raccontare per non rimanere indifferenti e silenziosi, per non continuare ad alimentare quei campi di morte.

  • Incontro migranti e caporalato CSVSN Don Mimmo Giannuzzi
    Don Mimmo Giannuzzi, presidente dell’Associazione Il viaggio di Namory – OdV

Ghana, Costa d’Avorio, Guinea, Altamura, Senegal, Acquaviva delle Fonti, Tiziana, Mamadu, Maria, Namory, Malic.
Don Mimmo Giannuzzi, parroco di Acquaviva delle Fonti e presidente dell’Associazione Il viaggio di Namory – OdV ci parla di un dono della Provvidenza. “Ognuno di noi fa un viaggio, – dice – un percorso e se siamo attenti ci accorgiamo che ci sono altre persone a fianco a noi”. Don Mimmo aveva colto l’invito di Papa Francesco a ospitare almeno un rifugiato in ogni comunità parrocchiale. Ma lui, i rifugiati da accogliere, non riusciva a trovarli! Ci scherza su, Don Mimmo e ci fa sorridere, descrivendo il suo tentativo impacciato o almeno così ci vuol far credere. La Provvidenza, invece, ha il nome dei suoi parrocchiani, delle persone che gli camminano a fianco. È la comunità stessa, infatti, che porta Namory, Malic, Mamadu da Don Mimmo.

  • Incontro migranti e caporalato CSVSN Bianca Stancanelli e Don Vito Piccinonna
    Bianca Stancanelli, giornalista e scrittrice
    Don Vito Piccinonna, direttore della Caritas Diocesi di Bari Bitonto e presidente della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano di Bitonto
  • Incontro migranti e caporalato CSVSN Alessandro Cobianchi
    Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola

Soumaila Sacko, Mali, Carovigno, Piana di Gioia Tauro, San Ferdinando, Rosarno, Reggio Calabria, Drosi, Lamezia Terme, Senegal, Afghanistan
Questi, i nomi che ci racconta Bianca Stancanelli, giornalista e scrittrice impegnata nella ricerca delle verità difficili. Ci parla della forza, quella che lascia i segni sulle persone, che si tramuta in vera e propria violenza e che segna non solo i corpi, ma anche le coscienze delle nostre piccole e grandi comunità. Facciamo fatica a non confonderla, questa forza, con quella del pugno duro che dovrebbe servire a tutelare la nostra sicurezza e difendere i nostri confini.
Ma dove sono i nostri confini? Non sono sotto ogni nostro passo? Non li incrociamo, forse, in ogni nostro incedere verso l’altro? Ed è con la forza che dovremmo difenderli? Con chiusure e muri?
Oppure, non sarebbe più semplice, meno doloroso, persino più economico per il nostro Stato, sforzarsi di fare conoscenza, di avvicinarsi all’altro? “Il sistema di controllo costa più dell’accoglienza”, sostiene Alessandro Cobianchi, direttore del CSV San Nicola. E anche un ospite dal pubblico domanda: “Siamo sicuri che il problema culturale non sia solamente di coloro che vengono qui, ma anche il nostro?”.
Bianca Stancanelli ci racconta di un ragazzo afghano che nel suo lungo e pericoloso viaggio verso di noi, si faceva forza, nei momenti più difficili con queste parole: “Io adesso vado in Europa! Sono loro ad aver inventato i diritti umani! Una volta lì, sarò in salvo”.

Borgo Mezzanone, Aboubakar Soumahoro, Quartiere Libertà di Bari
Don Vito Piccinonna, direttore della Caritas Diocesi di Bari Bitonto e presidente della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano di Bitonto, non si stanca mai di raccontare e di mettere insieme i tanti tasselli di opere e gesti di accoglienza di cui sa, perché, come egli stesso dice: “devono produrre cultura. Tanti gesti, anche di accoglienza, non hanno prodotto cultura quindi abbiamo fatto metà del compito che la vita ci ha assegnato”. Ci racconta, per esempio, del Centro di accoglienza per persone senza dimora, aperto nel quartiere Libertà di Bari, che nonostante, all’inizio, fosse malvisto da molti, si è rivelato, con il tempo, un esperimento riuscito di laboratorio di inclusione. “Sarebbe bello – ci suggerisce Don Vito – mettere in cattedra queste persone, i migranti. Quell’ascolto fa la differenza, non sentendoci i salvatori di nessuno”.

C’è una strana miscela stasera nella palestra del Centro Diurno Socio Educativo e Riabilitativo “Massimo”, dove siamo ospiti. Commozione, sorrisi, rabbia, insofferenza, entusiasmo. La palestra ha i colori arancione e azzurro, un’intera parete è coperta di specchi, un’altra, alle spalle di Don Vito Piccinonna e Bianca Stancanelli, è tappezzata di supereroi e di foto in bianco e nero delle persone del Centro “Massimo”, alle quali insegnano a colorare bene e a stare dentro i contorni dei disegni. Sono ritratti sorridenti e felici, in quell’attimo, mentre, sotto di loro, si parla di migranti che, nella Piana di Gioia Tauro, si ammalano di ulcera, forse perché non hanno il tempo di fermarsi a mangiare, durante la raccolta di quelle clementine che, in questi mesi, consumiamo al termine dei nostri pranzi e delle nostre cene.

Il Volontariato laico e cattolico ha lezioni straordinarie da dare alle Istituzioni” – sostiene Bianca Stancanelli. In tutti questi luoghi e per tutti questi nomi che abbiamo ascoltato ci sono tante associazioni che operano e che, se facessero rete, potrebbero fornire un modello alle nostre Istituzioni che, finora, non hanno dimostrato di avere il giusto know-how. “Le reti non si fanno perché ognuno deve mettere al centro la propria sigla”, ci rimprovera Don Vito.

C’è un elemento sotteso che accumuna tutte le storie che abbiamo ascoltato finora. “Tutto questo – parla chiaro Bianca Stancanelli – è lavoro nero” o secondo la formula che l’ISTAT ha deciso di utilizzare, “economia non osservata, un modo elegantissimo per dire che stiamo parlando di un pezzo di illegalità che riguarda il 12% del PIL italiano, stiamo parlando di 200 miliardi di euro”.

Perché il cuore di questo popolo si è indurito” è stato il primo incontro di un nuovo percorso che il CSV San Nicola vuol sperimentare. Un percorso che possa andare di pari passo con la trasformazione della Biblioteca del CSVSN in un luogo d’incontro vivo e aperto, con testi normativi, con volumi per operatori ma, soprattutto, “con una narrativa del volontariato – dice Alessandro Cobianchi – con libri che possano raccontare le storie e le azioni del volontariato. Nel corso di quest’anno faremo altri incontri con autori e persone che ci possono raccontare delle storie, affinché si possa crescere tutti insieme”.
E, come direbbe Don Vito, per fare l’altra metà del compito che la vita ci ha richiesto.
Continuate a seguirci.

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