AUXILIUM 2011

Progetto promosso dal Centro di Servizio al Volontariato San Nicola

Associazione:
AUXILIUM
Progetto:
FARMABILITY. VOLONTARI NATURAL… MENTE
Abstract:
La "fattoria sociale" è un’impresa economicamente e finanziariamente sostenibile che svolge l’attività produttiva in modo integrato con l’offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli, in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del terzo settore.
Per le sue caratteristiche peculiare la fattoria sociale ha una duttilità ed una versatilità che difficilmente si riscontrano in unità produttive di settori extra-agricoli, e pertanto si presta ad offrire risposte differenziate che rispettano l’approccio personalizzato.
Tutti questi aspetti concorrono ad esaltare inoltre il suo carattere di contesto relazionale fortemente inclusivo, che può effettivamente aprire ad esperienze non solamente occupazionali, ma di crescita personale.
Negli ultimi anni rapide e profonde trasformazioni hanno caratterizzato l'evoluzione dei sistemi  agroalimentari.
Le spinte al cambiamento sono venute da più fronti e non hanno coinvolto la sola struttura delle relazioni economico – produttive, ma hanno prodotto una nuova configurazione degli stessi rapporti tra società e agricoltura, declinati in un rinnovato paradigma delle politiche europee a sostegno del settore.
L'agricoltura è divenuta fattore di sviluppo economico e sociale, oltre che strumento di salvaguardia e valorizzazione ambientale; una potenziale leva su cui poggiare modelli di crescita territoriale sostenibili.
E’ il caso di sottolineare che la capacità delle attività agricole di generare benefici di carattere sociale, quali quelli di carattere terapeutico-riabilitativo nei confronti di particolari gruppi della popolazione, non è certamente una novità nelle campagne. Se ad esempio si considerano i disabili, è agevole notare come nel linguaggio corrente vengono definite tali persone accomunate dall'assenza/insufficienza di una o più "abilità". Questo significato, per così dire in negativo, della disabilità si accentua man mano che nel processo di sviluppo si passa da una società agricola e rurale a quella industriale e urbana. Nel tessuto industriale e cittadino la mancanza di alcune abilità determina situazioni problematiche per gli individui che ne sono portatori, per le loro famiglie e per la comunità intera, con conseguenti fenomeni di marginalizzazione o di vera e propria esclusione dalla vita sociale. Diversamente, l'agricoltura contadina tradizionale non conosceva la "disabilità", almeno nei termini con cui la si intende comunemente oggi. Quell'agricoltura trovava una mansione, un ruolo, anche se limitato, per tutti i componenti della famiglia contadina, ognuno coinvolto e partecipe della vita sociale e produttiva di quella comunità familiare. Si può dunque affermare che una funzione sociale l'agricoltura l'abbia sempre svolta e che in una certa misura tale funzione derivi dall'essere, quello agricolo, un settore dove la dimensione economico-produttiva si intreccia strettamente con quella familiare e le due dimensioni determinino reciprocamente vincoli e opportunità.
Una specifica declinazione della funzione sociale dell'agricoltura riguarda fasce cosiddette deboli, o svantaggiate, della popolazione. Sulla base delle specifiche condizioni di svantaggio degli appartenenti a tali categorie la collettività, tramite le organizzazioni e le istituzioni a questo fine preposte, si adopera con interventi fondamentalmente riconducibili a due ambiti:
•    interventi di carattere terapeutico-riabilitativo;
•    interventi finalizzati all'inclusione sociale.
L'imprenditorialità sociale, di fatto, ha presentato negli ultimi anni in Italia un vivace dinamismo che ha interessato anche il settore agricolo. La legge 381 sulle cooperative sociali, infatti, menzionava esplicitamente le attività agricole tra quelle riconosciute per le cooperative di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Tra questi le persone con problematiche di salute mentale, possono trovare nelle attività agricole, un ambito nel quale esprimere le proprie abilità e valorizzare le proprie capacità di partecipazione alla vita produttiva.
Nel delineare alcuni aspetti specifici che dovrebbero caratterizzare una fattoria sociale occorre, pertanto, avere la consapevolezza che non esistono 'ricette' standard in questo ambito. Come nel più generale contesto del terzo settore, la virtuosità delle singole esperienze, dei singoli progetti o iniziative dipende da numerose variabili, sia endogene che esogene, non tutte e non sempre programmabili a priori. Basti pensare al ruolo delle motivazioni personali delle risorse umane coinvolte e della loro capacità di integrarsi in sistemi più ampi stabilendo proficue relazioni umane e istituzionali con le altre organizzazioni e i diversi attori che operano sul territorio.
Da questo, e dall’inizio imminente del progetto di fattoria sociale da noi realizzato, nasce la necessità di formare volontari, su questa nuova metodologia di riabilitazione, e sulle metodologie di approccio e comunicazione con le persone svantaggiate.
Il corso è formato da un numero di 5 incontri nei giorni di 6-13-20-27 giugno 2001 e 4 luglio 2011, c/o il centro di Formazione Auxilium sito in via Locorotondo n° 47 ad Altamura.

 

Progetto promosso dal Centro di Servizio al Volontariato "San Nicola" – Bando Progetti di Formazione Anno 2011